Escursione sentiero Bove
CICOGNA 730 MT. - VAL GRANDE
Sentieri : BOVE
Il sentiero Bove è un'escursione ad anello sulle creste della Val Grande, forse una delle più belle escursioni nelle alpi italiane! Spettacolare, quanto difficile e "pericolosa", è adatta solamente ad escursionisti molto esperti e ben allenati. Si sviluppa su un totale di ben 38 km. ed un dislivello positivo di 3500 mt., inoltre scarsità d'acqua e la quasi totale assenza di copertura telefonica rendono tutto più difficile. Pianificazione e preparazione sono le parole d'ordine per questa escursione! In questo caso l'escursione è stata fatta in due giorni, è possibile ovviamente farla anche in più giorni.
ATTENZIONE, si tratta di una escursione molto impegnativa sotto tutti i punti di vista, solamente persone ben allenate, preparate ed esperte la possono affrontare. La relazione di seguito spiega a grandi linee il tragitto, ma è ben più impegnativo di quel che può sembrare... è consigliabile, se possibile, parlare e confrontarsi con almeno una persona che ha già compiuto il tragitto ( meglio se di recente ).
GIORNO 1 : CICOGNA - BIVACCO LIDESH
dislivello + 2050 mt. - dislivello - 1100 mt. - sviluppo 17 km. - tempo 10/12 ore
traccia GPX : clicca qui
Da Verbania Trobaso o Fondotoce si raggiunge località Santino poi si prosegue per Rovegro, ponte Casletto fino ad arrivare a Cicogna dopo 17 km. su strada tutta a curve. Le indicazioni per Cicogna sono presenti quasi da Verbania. Arrivati a Cicogna 750 mt. si può lasciare l'auto nel parcheggio di fronte al circolo oppure seguendo le indicazioni poco più avanti su una strada sterrata si raggiunge un altro parcheggio. Affianco al circolo sono presenti dei bagni, solitamente aperti, dove è possibile riempire le borracce. Da qui si parte scendendo lungo il primo tornante sino alla curva, dove inizia il sentiero per Pogallo. Dopo circa 500 mt. si abbandona il sentiero principale e si scende lungo una vecchia mulatiera che porta al Ponte della Buia 460 mt. per attraversare il Rio Pogallo. Si prosegue lungo il sentiero seguendo le indicazione per Varola e poi Curgei 1350 mt. ( 2.30 h ) dove è possibile trovare un bivacco sempre aperto e in buono stato ma non gestito. Inoltre è possibile trovare una fontana per rifornirsi d'acqua. Si riprende il sentiero che sale tagliando alla sinistra del pizzo Pernice e prosegue fino alla Colma e poi per Pian Cavallone, anche qui è presente un bivacco ( gestito solo nei mesi estivi ). Siamo a quota 1550 mt., circa 1 ora da Curgei. Dal Pian Cavallone si seguono le indicazioni per il pizzo Marona 2051 mt. Inizialmente il sentiero ha una pendenza moderata, con qualche sali-scendi e troviamo i primi passaggi che richiedono l'ausilio delle mani; poi affrontiamo la "scala santa" così chiamata per i suoi faticosi e ripidi gradoni che portano alla cima del monte Marona. Tempo percorrenza di circa 2 ore dal Pian Cavallone. A questo punto il grosso del dislivello è fatto.
Si prosegue per l'unico sentiero disponibile, ovvero quello che porta al monte Zeda attraversando una breve cresta con punti ben attrezzati con catene ( poco esposti ). Raggiunto lo Zeda 2150 mt. con circa 1 ora di cammino proseguiamo lungo la cresta che subito scende per alcuni decine di metri in un canalino roccioso ben attrezzato con funi e catene, prestare attenzione se bagnato! Procediamo lungo la cresta senza mai abbandonarla, il sentiero è caratterizzato da numerosi spuntoni rocciosi superabili con un po' di agilità nei punti più esposti ma sempre ben segnato e visibile. Dopo molti sali e scendi ci troviamo leggermente spostati sul versante cannobino e davanti ad una breve risalita che porta al monte Piota 1930 mt. Proseguiamo sempre lungo la cresta finche, poco più avanti, il sentiero si sposta sul versante che affaccia alla val Pogallo e scende con lunghi traversi su pendii erbosi fino a raggiungere cima Crocette 1896 mt. Si prosegue ancora per circa 1 km fino ad arrivare ad un bivio con un cartello mal ridotto ed al cospetto del monte Torrione. Fin qui circa 3 ore di percorrenza dal monte Zeda, quota 1780 mt. Al bivio: verso sinistra si sale sul monte Torrione ( Giorno 2 ); a destra si scende al bivacco Lidesh. Dunque prendiamo il sentiero di destra che scende, proseguire per 45 min. circa di cammino fino ad arrivare al bivacco Lidesh 1580 mt. Questo bivacco non è gestito ma è sempre aperto ed offre 5 posti letto ed un camino. La legna è presente anche se non in abbondanti quantità, è importante che venga rifatto un minimo di scorta per gli escursionisti successivi. Per l'acqua ci sono due possibilità: pochi metri fuori dal bivacco è presente una fontana con rubinetto, oppure tornando indietro lungo il sentiero per pochi minuti è presente qualche rigagnolo di acqua anche nei mesi più secchi.
SEGNALAZIONE : la cresta Zeda-Lidesh, è decisamente lunga ed impegnativa, da tenere presente durante la pianificazione.
GIORNO 2 : BIVACCO LIDESH - CICOGNA
dislivello + 1040 mt. - dislivello - 2400 mt. - sviluppo 21 km. - tempo 11/12 ore
traccia GPX : clicca qui
Dal bivacco del Lidesh torniamo indietro lungo il sentiero del giorno precedente fino a scollinare al bivio, circa 1 ora. Prendiamo il sentiero che ci troviamo quest'oggi sulla destra, ovvero quello che sale verticalmente al monte torrione. Entriamo subito in un canale attrezzato con catene che ci permette di salire su di placche di roccia per poi attraversare un piccolo scivolo erboso. Più sopra un lungo traverso è reso sicuro da più punti di catene fino a raggiungere un ultimo canalino roccioso anch'esso protetto con solide catene. Procedendo verso la cima il sentiero che porta alla vetta del monte Torrione 1980 mslm devia leggermente a sinistra ma prestando attenzione la traccia è ben riconoscibile grazie ai bollini bianco-rossi. Raggiunto il Torrione ( 1 ora dal bivio ) proseguiamo lungo la traccia che, poco dopo, devia a sinistra scendendo ripidamente per un centinaio di metri sul versante della val Pogallo ( prestare attenzione ai bolli rossi che scendono sulla sinistra perchè è facile seguire una falsa traccia che prosegue dritta in cresta, probabilmente battuta dagli animali. In ogni caso poco dopo vi accorgerete di aver sbagliato siccome il sentiero diventa poco visibile e termina in zone strapiombanti con difficili vie d'uscita ). Al termine della discesa ci troviamo ad affrontare una breve risalita che porta alla bocchetta di Terza 1850 mslm dove, pochi metri più avanti, incrociamo il sentiero che scende in val Pogallo ( potrebbe essere una buona via di fuga in caso di stanchezza ). Proseguiamo diritti abbassandoci leggermente per evitare i contrafforti delle Torri di Terza per poi risalire ad un'altra bocchetta. Nuovamente in sentiero si abbassa verso il vallone di Finero da dove riparte la faticosa salita che questa volta porta alla cima Marsicce 2135 mslm. Tempo di percorrenza 1h e 45 min. dal Torrione, da qui è possibile godersi un ottimo panorama a 360 gradi. Si segue la traccia in discesa sul costone occidentale che porta alla bocchetta di Cortechiuso per poi continuare lungo il sentiero in ambiente aperto con ampie vedute sulla val Loana. Aggirato il cimone di Cortechiuso è possibile percorrere due strade: abbassarsi e scendere per qualche centinaia di metri raggiungendo l'alpe Scaredi dove è possibile trovare dell'acqua e dei rifugi aperti oppure rimanere più alti e percorrere un lungo traverso che passa sotto la cima Laurasca e porta nuovamente in cresta ma oltre la cima Laurasca ( attenzione a non prendere il sentiero che sale ripidamente a cima Laurasca ). Arrivati in cresta ci si può riaffacciare alla val Pogallo e si prosegue lungo il percorso ben segnato che porta alla bocchetta di Campo 2000 mslm. Tempo di percorrenza 2 ore, evitando la discesa a Scaredi. Qui è possibile scendere lungo il sentiero che porta al Pedum per trovare dell'acqua in caso di necessità, ma è sconsigliato visto la quota che si perde. Il rifugio in bocchetta è sempre aperto, ma non gestito. Da Campo si prosegue lungo un falso piano che in poco tempo ci porta alle Strette del Casè. Le strette sono tre gole molto ripide da scendere e risalire per un centinaio di metri l'una. C'è da prestare molta attenzione a causa della pendenza e del terreno poco stabile ma offrono un ambiente davvero unico ed eccezionale. A seconda della stagione è possibile trovare dei piccoli rigagnoli d'acqua che scendono lungo le strette dove è possibile riempire le borracce. Giunti in cima alla terza Stretta del Casè si scende lungo i pratoni di Ghina, circa a metà della discesa su prato si incontra un sentiero che taglia a destra in piano: porta a cima Sasso. Tenere il sentiero di sinistra che scende e proseguire di discesa lungo il prato. Usciti dagli erboni di Ghina il sentiero riprende normale attraversando alcuni torrenti (in secca) ma prestare attenzione perchè molto umidi e scivolosi. Continuando si arriva all'alpe Cavrua 1400 mslm, poco prima di giungere all'alpe si trova ed si attraversa un torrente dove è possibile rifornirsi di acqua. Da Cavrua il sentiero scende nella faggeta esattamente lungo la cresta, a volte risulta difficile individuare la traccia ma seguendo il costone in discesa è impossibile sbagliare. Più in basso il sentiero diventa ben visibile. Così si arriva in val Pogallo 750 mslm dopo circa 4 ore di cammino dalla bocchetta di Campo. Da qui il sentiero percorre tutta la valle uscendo fino a ricongiungersi al primo tratto del sentiero del giorno 1, arrivando poi a Cicogna in circa 1 ora di cammino.
SEGNALAZIONE : il tratto dalla Bocchetta di Campo a Cicogna è lungo ed impegnativoa con un sentiero praticamente assente in alcune parti.
ALTERNATIVE
- alcune relazioni spezzano il percorso diversamente: ovvero partenza dalla Val Loana e poi Scaredi proseguendo per bocchetta di Campo per fermarsi a pernottare al Piancavallone. Il giorno dopo proseguire verso Marona e Zeda. Così facendo, in periodi estivi, eviteremmo il peso del sacco a pelo, della cena, della colazione e della scorta di acqua in quanto il rifugio è gestito. Si consiglia di chiamare il rifugio prima di pianificare il percorso per maggiore sicurezza. Andando a modificare il percorso va valutato anche il cambiamento del dislivello complessivo per giorno.
- il sentiero può essere percorso anche dividendo il traccaito il 3 giorni, come riportano alcune guide una ipotesi potrebbe essere: giorno 1 Cicogna-Piancavallone, giorno 2 Piancavallone-Campo e giorno 3 Campo-Cicogna.
- ovviamente nessuno vieta di percorrere il sentiero Bove in 2, 3 giorni o più... oppure di percorrerlo in senso contrario. Va sempre tenuto conto e calcolato il dislivello complessivo, il tempo di percorrenza, l'accesso all'acqua e le ore di luce disponibili durante la giornata.
NB
- l'itinerario presenta molti punti esposti su pendii erbosi o passaggi su roccia attrezzati con catene quindi è richiesto un minimo di agilità e dimestichezza per superare questi passaggi. Ovviamente sconsigliato a chi soffre di vertigini o non ama l'esposizione.
- Le scorte di acqua sono fondamentali durante tutto il percorso siccome, camminando in cresta, non è sempre facile reperirla. È possibile trovarla con buona probabilità nei seguenti punti: Cigogna, Curgei, Lidesh, con piccola deviazione a Scaredi, con piccola deviazione Bocchetta di Campo, piccoli rigagnoli nelle strette del Casè, Alpe Cavrua, Pogallo.
- I bivacchi, eccetto Piancavallone nei mesi estivi, non sono gestiti quindi occorre portare il necessario per affrontare il pernotto: sacco a pelo, cibo, acqua, ecc... I bivacchi lungo il percorso sono: Curgei, Piancavallone, Marona, Lidesh, Cortechiuso, Scaredi, Campo, Cavrua, Pogallo.
- I tempi di percorrenza possono sembrare abbondanti ma in realtà diversi passaggi richiedono molta attenzione e quindi rallentano molto il cammino.
- è sicuramente richiesto un buon allenamento per affrontare l'intero percorso.
- occorre un abbigliamento idoneo data la difficoltà del percorso ed essere ben informati di quello che si sta facendo. è buona norma avere con se una cartina od un gps. è sconsigliato decidere di percorrere il sentiero in periodi con giornate corte o con tempo incerto dove si possono trovare complicanze con neve, ghiaccio o temporali in punti poco simpatici.
- può essere una buona idea portare con se una ventina di metri di corda ( o cordino da alpinismo ) visto l'ingombro ed il peso ridotto.