Selvaggio Verde - Val Grande
BIGNUNO 555 MT. - IN LA PIANA 960 MT.
Sentieri : P07 - P07a - P50 - P40
L'escursione chiamata Selvaggio Verde in Val Grande è riservata solo ad escursionisti esperti con conoscenze alpinistiche di base. Parte dell'escursione è a tutti gli effetti una via ferrata, si raccomanda quindi la massima cautela. Il percorso si sviluppa su circa 14,50 km. e 1100 mt. di dislivello (fino ad In La Piana), apparentemente sembrerebbe fattibile in giornata in realtà non lo è. Inoltre va considerato anche il tempo per "uscire" dalla Val Grande. Si consiglia di bivaccare una notte Orfalecchio ed una notte ad In La Piana per poi uscire da Scaredi.
Itinerario stupendo e selvaggio, molto isolato e impervio che risale interamente il rio Val Grande accompagnandovi da sud al cuore del parco Val Grande. Per raggiungere Bignuno, punto di partenza, da Trobaso si prende la deviazione per Santino e poi Rovegro, seguire quindi la strada direzione Cicogna. La strada a tratti molto stretta porta in sequenza a Bignuno, poi Ponte Casletto e termina a Cicogna.
L’escursione per il Selvaggio Verde può partire dalle tre località. Da cicogna é la via più semplice che porta all’alpe Velina (possibile bivacco) e discende a Ponte Velina dove si ricongiunge al sentiero classico di Ponte Casletto. Se si parte invece da Ponte Casletto si fa l’itinerario tradizionale che segue le condotte forzate della centrale di Rovegro ed è l’opzione più impegnativa. Oppure, come in questo caso, per motivi logistici, si può partire da Bignuno.
Lungo la strada per Bignuno si trova la mulattiera che sale al paese, da qui parte l'escursione per il Selvaggio Verde. Di fronte alla mulattiera c’è uno spiazzo per le auto ma è privato, se proseguite lungo la strada troverete altri due spiazzi nei pressi di due curve dov'è possibile parcheggiare liberamente (ci sono pochi posti auto). Dal paese di Bignuno, raggiunta la fontana, si prosegue dritti per imboccare il sentiero che raggiunge l'alpe Blena e poi “Capella Or Vergugn” (fontana senza acqua).
Qui si trova un bivio con i cartelli, seguire il sentiero di destra per l’alpe Bettina e proseguire discendendo fino quasi al bivio Ponte Velina. Fino a qui il sentiero è ben evidente anche se molto sporco, a tratti invaso da felci e vegetazione. Arrivati al bivio per Ponte Velina seguire il sentiero per Orfalecchio indicato da un cartello, si rimane quindi alla sinistra orografica del fiume e si prosegue su sentiero abbastanza pulito ma più impegnativo in quanto presenta brevi passaggi ben attrezzati su roccette scivolose.
Al bivacco di Orfalecchio si trova acqua e posti letto ed è raggiungibile in circa 4 ore. Si prosegue sulla sinistra orografica del fiume fino a giungere all’Arca dove si guada il torrente su un ponte tibetano (necessita di imbrago e kit ferrata). Anche questo tratto presenta brevi tratti attrezzati con scale e linee vita a cui è possibile assicurarsi. Si prosegue sulla destra orografica del fiume con un continuo sali e scendi a tratti molto ripido, questa parte del sentiero è tecnicamente più semplice ma occorre molta attenzione in quanto a tratti la fitta vegetazione rende difficile camminare a passi sicuri.
Si giunge ad un breve tratto di sentiero pianeggiante e si attraversa il rio Val Negra, da qui si ridiscende e si guada un'ultima volta il rio Fiorina con un secondo ponte tibetano (necessita di imbrago e kit ferrata). Dopo il ponte il sentiero svolta a destra e risale dolcemente fino a giungere a In La Piana. La durata del percorso da Orfalecchio a In La Piana è di circa 8 ore. Qui è possibile pernottare e trovare acqua. Da In La Piana è possibile prendere diverse vie per uscire dalla Val Grande, la via più breve è quella che sale a Scaredi (circa 10 km. e 900 mt. di dislivello) e scende in Val Loana per arrivare in Val Vigezzo.
È possibile uscire anche passando dalle Scale del Ragozzale (Trontano - circa 13,8 km. e 1200 mt. di dislivello) oppure la Colma (Premosello - circa 13 km. e 900 mt. di dislivello).
Il sentiero del Selvaggio Verde è molto impegnativo, considerare solamente i chilometri e il dislivello per programmare l'escursione potrebbe essere un errore grave. Il sentiero non consente di camminare in modo scorrevole: é spesso sporco e invaso dalla vegetazione, molto tecnico con passaggi ben attrezzati ma su rocce esposte e scivolose, inoltre il continuo sali e scendi aumenta le fatiche. Necessita di attenzione durante tutta la durata del trekking. I cartelli riportano gli obblighi per accedere al percorso tra cui casco e utilizzo di kit da ferrata, sopratutto per i ponti tibetani. É fortemente consigliato l’uso di scarponi alti ed una sufficiente scorta di acqua in quanto la zona è molto calda e umida. L’intero percorso è segnalato da bolli rossi su piante e sassi o da ometti in pietra, anche le recenti opere di messa in sicurezza come le scale e le linee vita rimarcano la direzione. Segnale telefonico assente per tutto il percorso, bisogna considerare anche che il percorso è poco frequentato, quindi bisogna essere autonomi sotto ogni aspetto dell'escursione.